In un clima post apocalittico nel quale un virus ha trasformato gli uomini in morti viventi e una setta di fanatici religiosi, gli Opliti di Cristo, ha preso il potere e tiene in pugno le istituzioni, Brian Crane, un vecchio bonificatore ex poliziotto deve spegnere un nuovo focolaio. Ad affiancarlo Jedediah Braddock, un novellino fresco di caserma ma totalmente inesperto. Mentre i due iniziano una caccia spietata a uno zombie particolarmente pericoloso veniamo a conoscenza del passato di entrambi: un passato doloroso che li ha segnati per sempre.
Giorgio Borroni ha un gusto eccelso per l’ horror. Le sue storie sono sempre molto coinvolgenti e variegate, soprattutto sono caratterizzate dalla presenza di personaggi molto forti e ben delineati. Certamente Brian Crane è uno di questi, un eroe disilluso da tutto quello che lo circonda ma che non vuole arrendersi. Un personaggio carpenteriano che tira a campare giorno dopo giorno con l’unico obiettivo di fare fuori più zombie possibile. La trama può essere vista come uno stereotipo del genere, sulle storie di zombie si è detto ormai di tutto è chiaro, ma Borroni ha il grande pregio di dare ritmo alla sua scrittura di imprimergli quel taglio cinematografico che ne fa una lettura piacevole e di intrattenimento, come i migliori prodotti di genere exploitation. Non mancano certo momenti più riflessivi nei quali escono fuori le psicologie dei protagonisti, soprattutto nei capitoli in cui vengono descritti i flashback su quello che hanno dovuto patire i due compagni d’avventura. Ma il meglio di se lo scrittore lo da nelle descrizioni delle scene d’azione molto ben architettate e capaci di coinvolgere il lettore che riesce letteralmente a vederle nella testa; sequenze, per ritornare al cinema, che sono una fusione perfetta di vari generi: dai film d’azione all’horror, allo splatter fino a situazioni che richiamano alla mente gli spaghetti western. Zombie Mutation, come per altre opere dello scrittore, è disponibile anche in formato audiolibro. La prefazione dell’audiolibro è stata curata da Pietro Gandolfi, una delle penne più innovative e prolifiche del panorama horror italiano.
© Sergio Di Girolamo