Transmetropolitan: Recensione
Ci sono opere d’arte che non smetteranno mai di trasmettere il proprio potenziale culturale al di là del passare del tempo, dell’evolversi o involversi della società, del cambiare stili di vita, mode e costumi. Sono opere definite classici. Transmetropolitan è un classico del fumetto. Un’opera che a distanza di venticinque anni dalla pubblicazione nel 1997, non ha perso la sua forza eversiva, la sua natura polemica e provocatoria, la sua morale e la sua etica sopra le righe senza escludere la straordinaria qualità estetica: disegni e colorazione sono al top. Non sbaglio a definirlo tra i più bei fumetti di tutti tempi, per me il più bello in assoluto, almeno tra quelli che ho letto, e sono tanti, ve lo assicuro. Il protagonista della serie è Spider Jerusalem, un personaggio divenuto subito iconico, inserito dalla IGN
(Imagine Games Network, società di giochi e media di intrattenimento di San Francisco) al 45º posto come più grande eroe della storia dei fumetti. Spider è un famosissimo giornalista d’assalto, il tipo che per un articolo di successo non esita a gettarsi nella mischia anche a costo della vita, armandosi di laptop e pistole. Lo scenario delle sue avventure è quello di un futuro distopico. Siamo negli Stati Uniti e ogni cosa ha raggiunto livelli di eccesso incontrollabili e in ogni campo della vita umana si è andati oltre, sfaldando ogni tabù come il cannibalismo praticato su cavie umane allevate e serviti in appositi ristoranti. C’è chi si fa innestare nel corpo macchinari ultratecnologici per amplificare il proprio autoerotismo, chi decide di ibridarsi con la nuova razza aliena presente sulla terra dando vita a un nuova creatura detta Transiente, e chi decide di passare a un’esistenza incorporea divenendo una sorta di gas fluttuante. Questi sono solo piccoli esempi delle incredibili genialate che la mente del grande sceneggiatore americano Warren Ellis ha partorito. Qui il concetto di media, di internet, di grande fratello hanno raggiunto livelli elevatissimi di inclusione, portando la popolazione a perdere ogni minima forma di privacy. Gli schermi televisivi sono ovunque, persino dentro la pavimentazione stradale e sono controllati da un stazione televisiva chiamata Civicentro (anche se nel corso della storia Spider si servirà di altre emittenti illegali). Naturale che un giornalista come Spider Jerusalem intenda diffondere a macchia d’olio i suoi articoli, soprattutto quando si accorge che in città nessuno dice la verità e che la depravazione e l’ingiustizia colpiscono specialmente i più deboli, coloro che non hanno voce per farsi sentire. Ma Spider non è un santo, anche lui ha i suoi vizi, vive di eccessi, è un personaggio politicamente scorretto che fuma, si droga, ama il sesso, soprattutto l’autoerotismo, mangia schifezze ed è dotato di un’ironia sferzante che non lesina di inserire nei suoi editoriali, ma è una persona vera che dice quello che pensa e che odia gli ipocriti, i falsi profeti, coloro che si millantano buonisti, soprattutto non sopporta i politici corrotti e di loro il più corrotto di tutti: il presidente degli Stati Uniti. Ad aiutarlo nella sua missione due aiutanti d’eccezione, due belle ragazze sensuali e determinate che provano per Spider un mix di repulsione e attrazione: sono Channon Yarrow, una ex spogliarellista bionda e formosa che funge da personale guardia del corpo e Yelena Rossini aspirante giornalista che vuole imparare i trucchi del mestiere dal migliore giornalista in circolazione. Spider le definisce le sue “immonde assistenti” che in più di un occasione saranno fondamentali per la riuscita dei suoi piani. Oltre a loro una figura importante è anche Mitchell Royce l’editore del Word, il giornale per cui lavora e che richiama in scena lo scrittore quando all’inizio della serie, il giornalista si era rifugiato in montagna allontanandosi da tutto il marcio della città (anche se poi Spider torna più determinato di prima, perché è lì che lui si sente veramente vivo). Spider ama i gatti e odia i cani (che in più di un occasione non ha esitato a mangiare) un giorno salva dalla strada un gatto mutante con due teste che ama fumare una sigaretta per testa e che lo seguirà fedelmente in tutte le sue avventure. Ma dicevo della sua missione primaria, ovvero quella di annientare il nuovo presidente degli Stati Uniti che si chiama Callahan ed è soprannominato “il sorridente”. Un sorriso dietro al quale come per ogni buon falso politico che si rispetti (e questo vale sempre, in ogni tempo e in ogni luogo, basta guardarsi intorno…) c’è sempre del marcio. Callahan fa di tutto per farsi eleggere, ogni nefandezza è presente nel suo curriculum e con Spider ingaggia una lotta senza esclusione di colpi fino a un bellissimo finale. Dal canto suo oltre alla lotta aperta col sorridente Spider, nei vari numeri della serie, si trova ad affrontare temi delicati, che sono anche quelli che tengono botta negli attuali talk show, smascherando preti pedofili, stupratori, imbroglioni, falsi moralisti, persino la corruzione all’interno delle forze dell’ordine. Tutte queste avventure sono vissute da Spider sul filo del rasoio, sempre sul punto di fare una brutta fine, a causa del suo carattere focoso ma spinto sempre a un unico obiettivo, che è quello dei veri giornalisti: dire la verità, denunciare. Transmetropolitan è un fumetto e quindi è doveroso valutare la parte grafica. E qui, ragazzi, siamo veramente a un livello di perfezione altissimo. Darick Robertson virtuoso disegnatore inglese, co-autore con Garth Ennis del classico The Boys, fa un lavoro incredibile. Ogni vignetta è meditata, trasmette con le immagini quello che vuole comunicare lo sceneggiatore, spesso attraverso delle inquadrature originali e mai banali, e poi da notare anche l’incredibile fantasia nel ricreare visivamente tutte le assurde invenzioni futuristiche e tecnologiche partorite da Ellis. Non solo i disegni sono strabilianti ma un grande merito va anche ai coloristi. Utilizzando essenzialmente la colorazione digitale, hanno svolto un lavoro superlativo riempiendo le vignette di una miriade di sfumature disparate che immergono perfettamente il lettore in quel clima futuristico urbano fatto di insegne luminose, laser, cromature, gas colorati e tanto altro. Transmetropolitan è un fumetto meraviglioso, sempre attuale, divertente, visivamente accattivante che vi consiglio vivamente di leggere.
Nota:
Dopo la fine della serie regolare, altre firme del fumetto mondiale hanno voluto rendere omaggio a Spider Jerusalem in alcuni numeri speciali.
©Sergio Di Girolamo