Siouxie And The Banshees
Non è facile per una donna lasciare un segno indelebile nel panorama rock mondiale, le rocker in rosa si contano veramente sulle dita di una mano. Siouxie è certamente un di quelle che in questa fatidica mano ci sta e, se dovessimo scegliere un dito per identificarla beh, il medio alzato sarebbe di certo un ottima scelta. Susan Janet Dallion, aka Siouxsie Sioux, è infatti un’anima ribelle e incontrollabile che vive la propria adolescenza in un epoca d’oro per il rock, ovvero a cavallo tra gli anni settanta e gli ottanta, dove il punk e la new wave rappresentano in terra anglosassone la nuova linfa vitale del rock. Di lì a poco anche il movimento dark farà la sua comparsa e Siouxie sceglierà proprio questo filone della new wave per esprimere le sue sensazioni. Con il suo tipico look stregonesco, parrucca nera, pallore cadaverico, pesantissimo make-up, simboli necrofili e abiti sadomaso, Siouxie incarna l’icona definitiva di tutta una stagione, quella dei darkettoni, nerovestiti adoratori di un rock tetro e depresso che già hanno tra i loro idoli band come i Joy Division, e iBahuaus e coloro che sono considerati i padri fondatori del dark sound: i The Cure di Robert Smith, tra l’altro amico intimo della cantante (presterà anche la sua chitarra in un intero album del gruppo, Hyæna, e nel tour successivo.
Gli inizi di Siouxie nel giro musicale la vedono come groupie di gruppi punk tra i quali gli amatissimi Sex Pistols. In seguito decide di formare la band dei Banshees per riempire un posto lasciato vuoto nel primo Festival Internazionale del Punk Rock. Il gruppo tiene il suo primo concerto al 100 Club di Malcolm McLaren, creatore dei Sex Pistols. Siuoxie è decisa a fare sul serio portando fuori non solo la voce ma anche un modo di essere e di apparire decisamente provocatorio e irriverente. La formazione originaria consiste in Siouxsie alla voce, il bassista Steven Severin, Marco Pirroni (poi sostituito da John McKay) alla chitarra e Sid Vicious alla batteria presto sostituito col più affidabile Kenny Morris. Nel 1978 la band sforna un singolo da classifica Hong Kong Garden e subito dopo l’album d’esordio The Scream che raggiunge subito un clamoroso successo accresciuto dalle performance sul palco della controversa leader. La voce sepolcrale di Siouxie e il caratteristico basso pieno del dark unito alle chitarre acide di McKay unito a un songwriter fatto di racconti dell’orrore, atmosfere gotiche e stati depressivi, creano un mix di sicuro successo che spinge il gruppo a comporre il secondo album Join Hands meno incisivo del primo e più vicino alle sonorità del dark classico e che serve anche a sottolineare che la rocker in nero e il suo gruppo non sono un fenomeno di passaggio. Tra svariati concerti, cambi di line up e un altro album discreto dal gusto elettronico Kaleidoscope nel 1981 i Siouxie and the Banshees realizzano il loro lavoro migliore Ju Ju, che miscela sonorità dark, echi punk e ritmi tribali. La miscela è esplosiva e i pezzi, uno più bello dell’altro, scrivono la storia del gruppo. I temi sono come sempre horrorifici, ne è un esempio l’omaggio del gruppo alla festa più macabra dell’anno: Halloween nella canzone omonima ma anche brani che dal titolo dicono già tutto quali Spellbound, Night Shift, Voodoo Dolly. Siouxie è all’apice del successo e diventa fenomeno di costume.
L’anno successivo esce A Kiss in the Dreamhouse, visto da molti come il lavoro più psichedelico e vario della band. In seguito il sufficienteHyæna dove, come detto, suona anche Robert Smith da cui vengono estratti i brani Dazzle e Swimming Horses. Alla fine del 1984, Smith se ne andrà di nuovo, per concentrarsi definitivamente sulla sua band, The Cure, che attraversava all’epoca una fase di acuta crisi, arrivando a un passo dallo scioglimento e costringendo i Banshees a cercare un nuovo chitarrista che sarà John Valentine Carruthers. Nel frattempo la vulcanica Siouxie ha il tempo di formare un altro gruppo The Creatures che si ricaverà una sua piccola storia nel panorama rock. I Siouxie and the Banshees sforneranno altri album più o meno passabili tra i quali c’è da sottolineare almeno Peepshow del 1988 che contiene uno dei singoli più belli di sempre del gruppo inglese Peek-a-Boo. The Rapture, del 1995, è l’ultimo album di inediti in studio realizzato dal gruppo.
Senza ombra di dubbio Siouxie è un personaggio che ha attraversato un epoca, segnando soprattutto gli anni ottanta, che tanto hanno dato alla musica “colta” e rimarrà per sempre un vera e propria icona rock a tinte dark,
© Sergio Di Girolamo
DISCOGRAFIA
1978 – The Scream
1979 – Join Hands
1980 – Kaleidoscope
1981 – Juju
1982 – A Kiss in the Dreamhouse
1984 – Hyæna
1986 – Tinderbox
1987 – Through the Looking Glass
1988 – Peepshow
1991 – Superstition
1995 – The Rapture