Santa Sangre: recensione

 Santa Sangre: recensione


Nazione
Messico, Italia

Anno
1989

Regia
Alejandro Jodorowsky

Sceneggiatura
Alejandro Jodorowsky, Roberto Leoni, Claudio Argento

Produzione

Claudio Argento, Produzioni Intersound

Cast
Cristobal Jodorowsky, Blanca Guerra,Guy Stockwell, Thelma Tixou,Sabrina Dennison

GIUDIZIO
3.5/5

Fenix è un ragazzo con problemi mentali che sta rinchiuso in un istituto di cura, nudo e appollaiato su un ramo. La sua figura ricorda molto il Cristo e i medici cercano di convincerlo a scendere dall’albero dandogli da mangiare.  Un giorno di fronte a un piatto con del pesce si persuade. Da lì in poi Fenix riprende contatto con la vita e con i tragici ricordi di un’infanzia turbolenta vissuta , in una famiglia disfunzionale che lavora nell’ambito circense. I ricordi  porteranno Fenix a un delirio di follia e sangue quando re incontrerà la donna tatuata che un tempo lavorava proprio nel circo della sua famiglia…

Ci sono film fuori dagli schemi che narrano le storie attraverso un linguaggio cinematografico alternativo. Pellicole spiazzanti che, come dipinti enigmatici, ci affascinano e scatenando turbinii nella nostra psiche. Film che  utilizzano simboli evocativi, accompagnati da una fotografia e un comparto sonoro stranianti, in grado di trasportarci in altre dimensioni, in epoche mitiche, in una sorta di viaggio mentale e sensoriale illusorio, come se ci si trovasse dentro un poderoso trip allucinogeno. Del resto qui stiamo parlando di un’opera partorita da un regista/artista estremamente visionario quale Alejandro Jodorowsky, un surrealista, un pittore, scrittore, sceneggiatore di fumetti e autore dei libri sulla psicomagia: una sorta di terapia ideata dallo stesso autore, che propone a chi la pratica la massa in atto di azioni, in apparenza prive di logica, ma in realtà cariche di un dirompente impatto emotivo, gesti capaci di evocare e percepire una propria realtà da un punto altro, diverso e nuovo. Realizzando il gesto proposto dallo psicomago o sciamano, si riuscirà a spezzerà la banale e grigia quotidianità, fatta di problemi e un vissuto personale problematico, per arrivare a una nuova percezione del problema stesso. Il cinema di questo autore anticonformista è proprio carico di segni e simboli che richiamano miriadi di sensazioni e stati d’animo deraglianti.

In Santa Sangre il tema prorompente è certamente il legame forte, morboso, che una madre può instaurare con i propri figli, si potrebbero definire “cuciture” psicologiche capaci di soffocare l’identità stessa della prole. E’ quello che succede a Fenix che, dopo aver assistito all’omicidio della madre, compiuto dal padre infedele, vede lo spirito della donna, o meglio, l’idea di lei, farsi strada dentro di sé fino alle estreme conseguenze. Una madre, tra l’altro fanatica religiosa, a capo di una setta chiamata Santa Sangre che venera una particolare santa priva di braccia. Sorte che tocca proprio a lei, uccisa proprio a causa di un’ amputazione degli arti superiori.
In una situazione che ricorda molto  Psycho, la madre diviene per Fenix una forza guida e le braccia del ragazzo diventano quelle della madre che “tornata” dall’oltretomba costringe il ragazzo a uccidere tutte le donne che lo tentano sessualmente. Per fortuna Fenix incontra nuovamente la bambina muta per la quale provava tenerezza e che da adulta simboleggia il suo faro di speranza. Il film, oltre ad essere pregno di significati  psico/religiosi è anche un tripudio di colori, di musiche che richiamano il Messico e la sua particolare cultura legata al tema della “festa di morte”. Non mancano, ovviamente, scenari surreali come le sequenze che ci mostrano Fenix tra le galline o il funerale dell’elefante divorato dagli straccioni del villaggio, o ancora Fenix in mazzo a dei manichini dalle fattezze umane che lo raffigurano come un Cristo in mezzo a un tripudio di corpi alla deriva. Curiosamente il film riporta anche scene gore e splatter, tipiche  dei film thriller horror di quegli anni, soprattutto di produzione italiana. Aspetto non casuale dato che tra i produttori del film c’è anche Claudio Argento, il fratello del più noto Dario, che sicuramente avrà spinto la pellicola verso il genere horror al fine di avere una più facile distribuzione. 

© Sergio Di Girolamo