Pupi Avati infaticabile: l’Orto americano, film e libro
Pupi Avati rischia di diventare il corrispettivo italiano di Clint Eastwood. A ottantacinque anni suonati il regista emiliano, originario di Parma, non dimostra assolutamente di voler appendere la cinepresa al chiodo. Con una media di un film ogni due anni il regista continua a proporci storie interessanti che oscillano tra diversi generi cinematografici, dalla commedia agrodolce al dramma nostalgico fino ad arrivare al genere che noi, e anche Pupi Avati, amiamo: il thriller horror. La cospicua filmografia del regista parmense comprende titoli importanti a partire dal cult La Casa dalle finestre che ridono del 1976 al più recente Il signor Diavolo del 2019. Preceduto dall’omonimo libro scritto dallo stesso Avati e già in libreria, il nuovo progetto cinematografico dal titolo di l’Orto americano, è un film di genere “gotico” che narra la storia di un giovane psicopatico con aspirazioni letterarie che si trova a innamorarsi fulmineamente di una giovane infermiera dell’esercito americano. Siamo infatti a Bologna a ridosso della liberazione e a questo giovane problematico è sufficiente l’incontro di sguardi con la bellissima soldatessa per far si che lui la consideri la donna della sua vita. L’eccezionalità del caso farà si che un anno dopo nel Midwest americano lui vada ad abitare in una casa contigua, in realtà separata da un nefasto orto, alla casa della sua bella. In questa casa vive l’anziana madre disperata dalla scomparsa della figlia che dalla conclusione del conflitto, dopo aver scritto a casa che si sarebbe sposata con un italiano, non ha più dato notizie di sé. Inizia così da parte del ragazzo una tesissima ricerca che gli farà vivere una situazione di altissima drammaticità fino a una conclusione in Italia, certamente del tutto inattesa. Le riprese del film, sono iniziate a novembre tra Argenta e Comacchio ma altre saranno girate negli Stati Uniti, precisamente a Davenport in Iowa, dove Pupi e il fratello Antonio (co sceneggiatore, coproduttore e presenza fissa dei suoi set) hanno comprato la casa che fu d’un loro beniamino, lo sventurato jazzista Bix Beiderbecke (del quale nel 1991 hanno girato il biopic, Bix – Un’ipotesi leggendaria), e che è già stata l’ambientazione di Il nascondiglio del 2007 con Laura Morante. Negli USA gli Avati hanno anche girato il thriller L’amico d’infanzia del 1994.
Non ci resta che aspettare l’uscita (speriamo) in sala del film, per godere dell’opera di uno (forse l’ultimo) grande autore di quel cinema thriller/horror all’italiana degli anni d’oro.
Sergio Di Girolamo