Morto William Friedkin: regista de “L’esorcista”
William Friedkin, è stato uno dei più grandi registi della storia del cinema, uno di quegli autori che non scendono a compromessi e che portano avanti le loro idee, anche quando queste non sono accettate all’unanimità dalla critica. Un regista per alcuni scomodo espesso controcorrente che ha combattuto e vinto contro la censura. Nel suo capolavoro (ma come in tutta la sua produzione non horror) L’Esorcista, del 1973, Friedkin aveva un’idea ben precisa: documentare in modo vero e diretto il tema delle possessioni demoniache e dell’Esorcismo. Certo anche il prodigioso romanzo di Blatty è un’opera forte e sincera dove non viene censurato nulla su ciò che riguarda l’eterna lotta tra il bene e il male, tra la Chiesa e Satana, e tutto quello che vi ruota intorno, ma Friedkin ha puntato non solo sull’aspetto narrativo, riproponendo piuttosto fedelmente il capolavoro di Blatty, ma tanto sull’aspetto visivo e anche sonoro, scioccando, in questo modo, gli spettatori di tutte le epoche con immagini difficilmente dimenticabili. Friedkin è stato un regista controcorrente, anti hollywoodiano, che si è messo in luce per uno stile rigoroso e personale, attento a tutti gli aspetti produttivi e tecnici delle sue pellicole. Film spesso sporchi e scomodi, di denuncia e politicamente impegnati. Friedkin non era un autore di genere horror (anche se era certamente legato al tema delle possessioni demoniache, nel 2017 aveva diretto anche il documentario Il diavolo e padre Amorth) e la sua produzione mainstream è stata sempre di alto livello, a partire dal film che lo ha lanciato: Il braccio violento della legge, del 1971 con Gene Hackman che gli valse 5 oscar, per continuare con altri titoli come il thriller Cruising con Al Pacino (1980), Vivere e morire a Los Angeles (1985), Rampage (1987), Jade (1995), Regole d’onore (2000), Killer Joe (2011). Figlio di immigrati ucraini, Friedkin si è appassionato alla settima arte dopo aver frequentato una scuola di cinema e aver realizzato dei notevoli documentari di denuncia politica. Nella sua gavetta anche la regia di alcuni episodi di serie televisive degli anni sessanta come Alfred Hitchcock presenta. Il 29 agosto avrebbe compiuto 88 anni, pronto a partecipare al festival di Venezia (che gli aveva assegnato il Leone d’oro alla carriera nel 2013 ) con il suo ultimo film bellico: L’ammutinamento del Caine: Corte Marziale, ultimo testamento artistico di un regista che ha fatto scuola e che occupa una posizione di prim’ordine nell’olimpo dei più grandi registi della settima arte.
© Sergio Di Girolamo