Il seme della follia: Recensione

 Il seme della follia: Recensione

Nazione

USA

Anno

1995

Regia
John Carpenter
Sceneggiatura
Michael De Luca
Produzione
Sandy king
Cast
Sam Neill,Julia Carmen Charlton Heston

GIUDIZIO
4/5

John Trent, abile agente antitruffa di una compagnia assicurativa, viene ingaggiato da una casa editrice per ritrovare Sutter Crane, famoso scrittore di best seller horror. Le ricerche porteranno Trent a Hobb’s End, misteriosa cittadina americana che sembra uscita direttamente dalle pagine dell’ultimo libro di Crane: Il seme della follia.

Capita che molti leghino il nome di John Carpenter  a film a basso costo dove le prerogative sono azione e trovata scenica, evitando quindi argomenti alti, autoriali, limitandosi quindi a girare a pellicole senza grosse  pretese. Niente di più sbagliato! Perché il regista americano, tralasciando alcuni titoli come Halloween, The Fog, Grosso guaio a Chinatown (occhio, pur sempre film cult) ha affrontato temi complessi, che chiamano in causa la filosofia, l’esistenzialismo, la politica e anche la fisica quantistica. Il regista ha molto da dire e lo fa fa con spunti interessanti che derivano da gran parte gran parte delle sue più importanti pellicole. E’ anche il caso del Seme della Follia, film apparente complesso e confusionario ma che, ad una analisi approfondita, contenente molto materiale per discussioni che spaziano dalla proprio dalla filosofia alla religione passando…per l’horror! Innanzitutto il film affronta la concezione filosofica del relativismo, indagando sul confine tra realtà e immaginazione e sulla percezione della realtà da parte della mente umana, spingendosi fino a una riflessione acuta su cos’è la follia. Nel film viene suggerito che la normalità e la follia sono in fondo facce della stessa medaglia che potrebbero facilmente fondersi tra loro: se, per esempio, la follia prendesse il sopravvento, caratterizzando gran parte della collettività umana, chi potrebbe definirsi normale? Normalità e follia non sono concetti assoluti, ma appunto relativi e sono indissolubilmente legati al modo di pensare e di agire della massa. Per questo Trent, il protagonista del film, è un uomo pratico e di modi spiccioli, è l’anormale perchè catapultato in un universo dove le creature diaboliche, evocate da Sutter Crane, sono la massa, la popolazione, la realtà. Da non dimenticare anche le esplicite citazioni da H.P. Lovecraft; in più punti della pellicola, infatti, si respira l’aria dei racconti dello scrittore di Providence, specialmente nello spettacolare finale nel quale Crane evoca i suoi demoni; gli stessi, a suo dire, che gli permettono di scrivere il suo ultimo libro- rivelazione, la nuova Bibbia:Il seme della follia. Con questa pellicola Carpenter propone quindi una riflessione acuta sul concetto di mente, follia, creatività e orrore, elementi che trovano il modo di mettersi in contatto con universi paralleli  misconosciuti, affascinanti quanto inquietanti, universi ai quali si può accedere grazie a delle “chiavi” quali la narrativa o il cinema.

© Sergio Di Girolamo

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