I segreti di Twin Peaks: Recensione

 I segreti di Twin Peaks: Recensione

Chi ha ucciso Laura Palmer? Questo interrogativo ha stuzzicato la fantasia di milioni di telespettatori in tutto il mondo nel lontano 1990. Era il leit motiv di Twin Peaks, serie tv creata dal geniale e visionario David Lynch insieme all’amico scrittore Mark Frost. Twin Peaks è stata una serie tv seminale per tutto quello che sarebbe stato prodotto per il tubo catodico negli anni a venire e che oggi rappresenta la forma di intrattenimento mediatico più gettonato tanto da scalzare il cinema. Serie di culto come Lost, Fringe, X Files, per citarne solo alcune, hanno sicuramente dei debiti nei confronti della serie ideata da Lynch, capace di concepire un prodotto complesso e innovativo nel quale la trama si fa così intricata e spiazzante da prendere, inaspettatamente, strade sempre diverse. Twin Peaks riesce nell’intento, rischioso ma suggestivo, di toccare vari generi come il noir, la fantascienza, il thriller, l’horror, il tutto condito da un’ironia surreale. Ma è bene partire dall’inizio. Alla fine degli anni ottanta Lynch, già autore affermato grazie a pellicole come The Elephant Man, Velluto Blu e lo sperimentale Eraserhead, incontra il produttore televisivo Mark Frost con il quale da avvio a un progetto sulla vita di Marilyn Monroe; il film non vedrà mai la luce, visto che l’interesse del regista si sposta verso le produzioni televisive e in particolare le serie tv, nasce così l’idea di Twin Peaks, che prende il nome da una piccola città ai confini col Canada in cui accadono vicende strane e inquietanti. La serie è incentrata sulle indagini dell’agente dell’FBI Dale Cooper ( interpretato dal protagonista di Velluto Blu, Kyle MacLachlan) che riguardano la morte di Laura Palmer, una studentessa delle scuole superiori. Indagine che finirà per rivelare i segreti dei numerosi abitanti del luogo. Lynch dirige sei episodi della serie incluso l’episodio pilota, ne scrive diversi e appare in alcuni come attore nei panni dell’agente dell’FBI Gordon Cole. La serie debutta sulla ABC l’8 aprile 1990 e diventa subito un fenomeno di culto. Nessun altro progetto di Lynch raggiungerà un tale successo di pubblico. Alcune frasi del telefilm diventano persino dei tormentoni di uso comune e diverse parodie dei personaggi appaiono nel Saturday Night Live e ne I Simpson. A Lynch viene anche dedicata la copertina del Time grazie all’enorme fama raggiunta dalla serie. Nonostante il successo, Lynch entra in contrasto con la ABC su diverse questioni, in particolare sull’eventualità di rivelare o meno l’identità dell’assassino di Laura Palmer. La rete insiste nel volerne rivelare il nome durante la seconda serie, mentre Lynch vuole che il mistero resti tale fino alla fine. Il primo impatto con Twin Peaks è  quello di assistere a una storia dalle tinte noir, ambientata in una piccola cittadina di provincia, solo apparentemente sonnacchiosa ma piena di segreti. La stessa Laura, che troviamo già morta nella prima puntata, ne è il perfetto esempio dato che la sua figura ci viene presentata dalle parole di chi l’ha conosciuta come quella di una fanciulla innocente e per bene, capace di vincere il titolo di reginetta della scuola ma, che in realtà è una ragazza sull’orlo del baratro dedita a piaceri di ogni tipo tra alcool, droga e prostituzione; una femme fatale in erba capace di ammaliare tutti i maschi del paese che perdono letteralmente la testa per lei. Nel corso della serie la vera immagine di Laura viene svelata grazie alle indagini del geniale e “singolare” agente dell’FBI Dale Cooper (una visione completa della Laura pre- morte ci viene data dallo stesso Lynch nel film prequel che dirigerà pochi anni dopo la chiusura della serie dal titolo Fuoco cammina con me). Proprio Cooper è un altro tassello importante della serie. Egli è un agente dell’FBI dall’atteggiamento a volte integerrimo a volte inaspettatamente allucinato e fuori dalle righe che spiazza continuamente i semplici e bonaccioni tutori della legge di Twin Peaks capitanati dallo sceriffo Truman. Cooper registra ogni suo passo avanti nell’indagine, o più semplicemente le sue considerazioni più personali, in un piccolo registratore e ogni volta che lo fa si rivolge a una misteriosa interlocutrice di nome DIANE della cui identità non ci verrà mai svelato nulla così come di tante altre cose (che stuzzicheranno la fantasia dei cultori della serie capaci di creare delle personali ipotesi e dar vita a diverse mitologie personali). Cooper, senza ombra di dubbio, è uno dei personaggi più affascinanti della serie, così geniale e intelligente e “serenamente allucinato” da essere preda di visioni ultra sensoriali che lo guideranno, primo tra tutti, verso i misteri soprannaturali del luogo. E’ certamente un personaggio che ha ispirato il Fox Mulder di X Files, nonostante non si faccia mai menzione di un dipartimento speciale dell’FBI,  Cooper potrebbe benissimo essere proprio un collega di Mulder e Scully; tra l’altro è curioso sottolineare che proprio l’attore che interpreta Mulder, David Duchovny, compare in più di un episodio nella parte di un collega di Cooper dal singolare travestimento femminile. Oltre all’eccentricità del protagonista non mancano di certo altri personaggi strambi (inevitabile in un prodotto targato David Lynch che della follia e del surreale delle sue opere ha fatto il proprio marchio di fabbrica), per fare un esempio La donna ceppo, che comunica con un tronco d’albero, l’uomo da un braccio solo che ha un filo diretto con gli spiriti che aleggiano nella cittadina, il Maggiore Briggs, che custodisce segreti su operazioni spaziali legate agli alieni, Nadine, la donna con la benda nera su un occhio ossessionata dalle tende di casa che, dopo aver tentato il suicidio ingerendo una grande quantità di pillole, si risveglia dal coma con una forza soprannaturale, Andy l’aiutante sceriffo, che non riesce a trattenere le lacrime quando vengono trovati dei cadaveri così come sopra le righe è anche la sua fidanzata Lucy la centralinista pazzerella dalle “inconsapevoli” deduzioni. Oltre agli strampalati personaggi in carne e ossa ci sono anche le inquietanti presenze impalpabili, vere e proprie icone della serie, soprattutto nella seconda parte quando proprio gli elementi soprannaturali sostituiranno via via le trame gialle. Tra questi il Gigante, il Nano e Bob, presenza malefica, quest’ultimo, che ha un ruolo determinante sugli eventi e soprattutto sulle azioni che compiono alcuni protagonisti. Ma ci sono anche luoghi non meno misteriosi e fuori da ogni dimensione logica come la Loggia Nera e la Loggia Bianca, una sorta di universo parallelo (raffigurato come delle stanze semivuote dalle tende rosse) nel quale agiscono le forze soprannaturali del luogo. Tracciando una linea ideale si potrebbe dire che le vicende del serial si sviluppano prima in senso orizzontale con un indagine tipica fatta di interrogatori, oggetti ritrovati che aprono porte verso altri interrogativi e una serie articolata di intrighi tra vari personaggi che non riguardano solo la morte di Laura, la linea orizzontale poi comincia a zigzagare quando oltre agli indizi fisici compaiono elementi soprannaturali e le cause ed effetto degli eventi vengono così veicolate verso ipotesi irrazionali, la linea si fa più contorta quando fanno la comparsa veri e propri spiriti e creature di un altro mondo, probabilmente legate a situazioni di natura fantascientifica.
Chi ha ucciso Laura? Questo interrogativo viene presto svelato prima che la serie arrivi all’ultima puntata delle due stagioni realizzate (non dirò chi è il colpevole nel caso che chi legge non abbia visto la serie) fatto che, come detto, fece arrabbiare non poco Lynch, consapevole che si potevano creare altri intrighi e misteri sulla vicenda. La produzione però vinse la diatriba e così l’interrogativo venne sciolto nelle prime putate della seconda serie. Com’era prevedibile svelato il mistero la serie perse anche molti ascolti e Lynch e i vari sceneggiatori e registi che collaborarono alla realizzazione degli altri episodi tentarono di puntare molto di più sull’elemento fantasioso, inserendo la figura dell’antagonista storico di Cooper: il diabolico Windom Earle, una specie di sciamano in giacca e cravatta. Nonostante gli episodi siano comunque interessanti e molto visionari, la serie ben presto perse mordente e, specialmente negli Stati Uniti, gli ascolti crollarono precipitosamente sancendo così la fine di una delle produzioni più influenti del panorama televisivo di tutti i tempi. L’ultimo episodio fu trasmesso il 10 giugno del 1992. Il finale è volutamente lasciato aperto, forse perchè qualcuno  ipotizzava una terza serie che, in effetti, vide la luce ben venticinque anni dopo bel 2017 (come anticipato dalla stessa Laura che, in una sequenza nella Loggia nera sussurra all’orecchio di Cooper che si rivedranno proprio venticinque anni dopo!)
Non si può parlare della serie senza sottolineare l’importanza che ebbe la colonna sonora. Il compositore Angelo Badalamenti, storico collaboratore di Lynch, si è proprio superato nella creazione di una trama musicale (soprattutto il tema principale) ossessiva e magica che esalta momenti di dolcezza attraverso note che  mutano presto in partiture angoscianti e cariche di mistero. Le musiche sono state composte sotto la supervisione di Lynch nello studio vicino alla casa del compositore, nel New Jersey. La genesi dei temi musicali è infatti spesso responsabilità di Lynch, il quale suggerisce un’atmosfera, uno stato d’animo, delle immagini suggestive o un abbozzo di testo che Badalamenti traduce in musica, accompagnando le descrizioni del regista con una melodia suonata con un vecchio Fender Rhodes. Per le parti cantate il duo Lynch Badalamenti scoprì la voce magica ed eterea di Julie Cruise che appare anche in alcuni episodi del serial. Twin Peaks annovera anche attori giovani molto bravi e donne decisamente belle e intriganti come la già citata Sheryl Lee (che compare non solo nelle vesti di Laura Palmer ma anche della cugina-sosia Maddie) oppure Sherilyn Fenn che interpreta Audrey Horne la figlia del magnate locale, misteriosa e sensuale come una femme fatale da pellicola noir, ma anche Mädchen Amick alias Shelley Johnson la cameriera bella e ingenua come Lara Flynn Boyle che vesti i panni di Donna, la migliore amica di Laura. Tra questi giovani personaggi si intrecciano storie degne di una soap opera collegiale che anticipa di pochi anni l’icona del serial generazionale Beverly Hills 90210. Twin Peaks è un prodotto che ha segnato un epoca, un vero e proprio fenomeno di costume, avvincente, surreale e pauroso, partorito da uno dei più grandi registi di tutti i tempi, quel David Lynch che dopo la chiusura della serie disse: “Mi  sentivo giù. non mi risolvevo a lasciare il mondo di Twin Peaks, ero innamorato del personaggio di Laura Palmer e delle sue contraddizioni: raggiante in superficie ma con la morte dentro. Volevo vederla vivere, muoversi e parlare“. Per questo, come già accennato, realizzò un film inquietantissimo dal titolo Fuoco cammina con me che narra degli ultimi sette giorni di vita della controversa Laura. Il film è un’esperienza inquietante a tratti insostenibile per le scene terrorizzanti e visionarie, ma questa è un’altra storia.

© Sergio Di Girolamo

2 1 vote
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments