Fatal Frames: recensione

 Fatal Frames: recensione


Nazione
Italia

Anno
1997

Regia
 Al Festa

Sceneggiatura
 Alessandro Monese

Produzione
 Stefania Stella

Cast
 Stefania Stella, Rick Gianasi, David Warbeck, Ugo Pagliai, Leo Daniel, Alida Valli, Linnea Quigley, Giorgio Albertazzi, Rossano Brazzi, Ciccio Ingrassia, Donald Pleasence, Angus Scrimm, Veronica Logan

GIUDIZIO
2/5

Un nonno mostra al proprio nipote uno snuff movie. Anni dopo un assassino è attivo a Roma. Un regista americano di videoclip (e che ha già subito un lutto per colpo del medesimo assassino),  si trova in Italia per lavoro  ed è testimone di alcuni omicidi. Chi è l’assassino?

Come dico sempre io, in Italia, per lo meno per quanto riguarda il cinema, non ci facciamo mancare nulla. Neanche i film maledetti (quelli caratterizzati da lutti e disgrazie legati in qualche modo alla loro lavorazione, che fanno assumere una fama sinistra alla pellicola). Ecco, appunto, questo lungometraggio, caratterizzato da una sequela di lutti incredibili, accaduti durante la lavorazione del film o subito dopo (sono morti fra gli altri: Donald Pleasence, Ciccio Ingrassia, David Warbeck e Rossano Brazzi, oltre a vari tecnici), che hanno portato alla modifica della sceneggiatura in fase di ripresa o ad alcuni (discutibili) trucchetti scenici. Ciò ha reso il film sfilacciato e  alcuni punti risultano poco chiari (perché Ciccio Ingrassia nella sua apparizione improvvisamente si spaventa, non lo sapremo mai). Se poi consideriamo che il film è di lunghezza considerevole (oltre le due ore, neanche Dario Argento ha fatto dei thriller così lunghi) e molte scene all’interno sono superflue, si capisce perché quello che poteva essere l’ultimo grande thrilling italiano dello scorso millennio (almeno sulla carta le potenzialità le aveva tutte), sia in realtà uno scialbo filmetto che si guadagna a mala pena la sufficienza. Al di là del gossip, parliamo del film in sé. Al Festa è un compositore, non un regista e si vede: il suo film è un immenso videoclip interrotto, ogni tanto, da scene di omicidio e dai dialoghi fra i personaggi (bisognerà pur portare avanti la trama), che però sono inutili, se non addirittura dannosi per l’economia del film. Oltretutto gli attori principali non sono proprio adatti per reggere le sorti del film. Alcuni momenti buoni però ci sono, sopratutto per quanto riguarda gli omicidi, dove si respira la giusta dose di tensione (ed è questo l’importante per chi guarda questo genere di film). Purtroppo però questi momenti sono rari. La trama gialla (pur con tutti i difetti già accennati) ha una soluzione che per i novizi penso sia abbastanza originale e imprevedibile, ma il pubblico esperto può arrivare alla soluzione prima della spiegazione finale. Certo, è un vero peccato che con un cast del genere, pieno di vecchie glorie italiane e non, non si sia ottenuto un risultato più dignitoso. Anche perché a loro sono affidati solo ruoli secondari che si risolvono in brevi comparsate e rapidi cammei. I ruoli principali sono affidati ai volti freschi (almeno allora) di giovani attori che però sfigurano davanti alla prova recitativa degli illustri colleghi. Permettetemi infine di focalizzare la mia attenzione su una delle scene più ridicole del film: i due protagonisti finiscono per andare a letto insieme. Ovviamente iniziano a fare sesso, e ci danno giù parecchio, ma Stefania Stella si è dimenticata qualcosa: non si è tolta le mutande. Capisco il pudore e anche che l’attrice aveva un ampio potere contrattuale, essendo anche produttrice, quindi se non si è voluta spogliare il regista poteva fare ben poco; ma allora che senso ha girare quella scena in quel modo? Magari fai che i due finiscano a letto insieme e fai un’inquadratura a mezzo busto e non a figura intera. Così si ottiene solo una diminuzione della veridicità del girato e un maggior effetto ilare.

Note:

Il regista Al Festa ha una filmografia limitata è questo è il suo film più noto; invece la sua carriera di regista di videoclip è stata molto più proficua. È, inoltre, anche compositore: sua la colonna sonora di After Death e altri tre film di Bruno Mattei.

Stefania Stella, protagonista femminile del film e produttrice, è anche la moglie del regista Al Festa.

Per i motivi suddetti e per altre difficoltà produttive le riprese del film sono durate quasi due anni.

Per molto tempo, l’unica copia che era in circolazione era pesatamente censurata (nella scena iniziale, quella con lo snuff movie, non riusciamo praticamente a vedere quello che è mostrato al ragazzino) inficiandone ancor più il giudizio. Io mi ricordo che la prima volta che lo vidi il film non durò più di 1 ora e 50.

©Daniele Lombardi