Bagliori nel buio: Recensione

 Bagliori nel buio: Recensione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nazione: Usa

Anno: 1993

Regia: Robert Lieberman

Sceneggiatura: Tracy Tormé

Cast: D.B. Sweeney, Robert Patrick, Craig Sheffer, Peter Berg

GIUDIZIO
4/5

Dopo una dura giornata di lavoro, alcuni taglialegna notano delle luci nel bosco. Incuriosito uno di loro, Travis Walton, si avvicina alla sorgente luminosa per capire di cosa si tratta ma giunto alla fonte un raggio luminoso emanato da un UFO prima lo stordisce e poi lo cattura per trasportarlo dentro la nave aliena. I suoi compagni scappano impauriti e in seguito raccontano alla polizia l’accaduto, affermando di aver avuto un incontro ravvicinato con un UFO e sottolineando la scomparsa di Walton. Un agente di polizia si convince che in realtà i taglialegna hanno ucciso il loro compagno. A questo punto il gruppo di amici viene messo in cattiva luce di fronte alla comunità locale.

Come ben sappiamo ci sono milioni di film dedicati agli alieni, all’incontro con essi sulla terra spesso attraverso un contatto pacifico ma spesso amche ostile (basti pensare a ET, Starman,  ma anche a  Indipendence Day o Mars Attack! per citarne alcuni). Non tantissimi invece sono i film dedicati al tema dell’Abducion termine che sintetizza il rapimento di esseri umani da parte degli alieni, entrato di diritto nel gergo dell’ufologia anche grazie a testimonianze reali di soggetti che, in tutto il mondo, avrebbero rivelato di essere stati rapiti da esseri alieni e condotti a bordo di veicoli spaziali per poi essere sottoposti a ogni tipo di esame medico. Già il nostro Mario Gariazzo (o Roy Garrett  come spesso amava firmare le sue pellicole) aveva diretto nel 1978 Occhi dalle stelle film italiano di fantascienza che trattava prima di altri aveva affrontato il tema dell’abduction e dei relativi servizi segreti preposti all’occultamento di tali vicende. Un film dalle buone idee, quello di Gariazzo, ma carente dal punto di vista qualitativo. Diverso il discorso per Bagliori nel buio dove tutte le tematiche affrontate nel film di Gariazzo (tranne il discorso complottistico) vengono narrate con maestria. Un film tratto da una storia vera narrata dal “rapito” proprio in un libro da lui scritto e girato con ispirazione e con attori in stato di grazia, soprattutto Robert Patrick. Dal punto di vista visivo poi è un piacere per gli occhi. Se la prima parte è incentrata sui rapporti umani e sulla grettezza della popolazione montana dove è ambientata la vicenda, pronta a incolpare degli innocenti pur di trovare dei capri espiatori, la seconda parte, che ci mostra cosa accadde veramente al ragazzo rapito, è molto suggestiva e mette veramente i brividi. Forse gli alieni sono troppo mostruosi per pensare a degli esseri intelligenti, capaci di creare navi supersoniche e ultra tecnologiche ma le sequenza sugli esami medici effettuati sul corpo del povero Walton sono veramente ben fatti. Così come è ben realizzata la sequenza del rapimento quando il bagliore risucchia materialmente la cavia umana portandosela nell’astronave. Una pellicola quindi dal buon ritmo che certamente è tra quelle più rappresentative dell’intero filone. Da vedere d’estate sotto un cielo stellato…
©Sergio Di Girolamo

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