Non aprite quella porta: al cinema e in 4K

 Non aprite quella porta: al cinema e in 4K

Non aprite quella porta – The Texas Chainsaw Massacre   torna in sala a cinquant’anni dall’esordio. Dal 23 al 25 settembre 2024, chi non ha avuto la possibilità di vedere su grande schermo il capolavoro del regista americano Tobe Hooper potrà gustarsi questo cult dell’horror in una  versione Director’s Cut curata dallo stesso regista, e restaurata 4K e in lingua originale (sottotitolata in italiano). Il film è una pietra miliare del genere horror. Girato con un budget ridotto e puntando sulla crudezza delle immagini e della fotografia volutamente “sporca”, per accentuare il realismo della vicenda, quasi da docufilm, ha raggiunto un successo commerciale e di critica tanto che ormai si può considerare un fenomeno di costume che ha dato vita anche a sequel, remake, reboot e merchandise vario. 

La storia, per chi non la conoscesse, segue un gruppo di giovani amici, tra cui Sally Hardesty e suo fratello disabile Franklin, che si avventurano attraverso l’arida campagna del Texas alla ricerca della casa della loro infanzia. Il loro è un viaggio apparentemente spensierato perchè presto si trasforma in un incubo: la ricerca di benzina li porta infatti  in una fattoria isolata, dove cadono preda di un mostro che indossa una maschera di pelle umana e degli altri membri di una famiglia cannibale.  L’ispirazione iniziale del regista nasce dallo studio delle macabre vicende legate a Ed Gein uno dei serial killer più efferati della storia,  (lo stesso che aveva ispirato Robert Bloch l’autore di Psycho e ovviamente  Hitchcook). Sebbene Gein usasse altri strumenti per “operare”, i suoi orribili crimini come la grave profanazione delle tombe e la frammentazione di artefatti umani, le sue insane fantasie furono alla base per la creazione di Leatherface, il membro della famiglia Sawyer più fuori di testa, che indossa una maschera di pelle umana, e usa un martello, un gancio da macellaio, ma soprattutto una motosega, per uccidere le sue prede. Proprio questo personaggio è diventato un’icona del cinema di genere, anche grazie alla potente presenza dell’uomo che gli avrebbe dato vita: il compianto attore islandese  Gunnar Hansen. . Se The Texas Chainsaw Massacre ha riscritto le regole dell’horror, gran parte del merito va proprio a questo personaggio che ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Non è un semplice mostro mascherato, la sua complessità sta nel fatto che agisce sotto il controllo della famiglia disfunzionale e folle di cui fa parte, eseguendo gli ordini come un bambino manipolato e incapace di pronunciare oltre i versi frammentati qualsiasi parola.  Il film di Hooper ha anche il pregio di mettere in risalto la società americana del tempo, una società che ha visto fallire il sogno americano incarnato dai “figli dei fiori”, e dove la gente, specialmente quella che abitava le assolate e sperdute zone del sud, cerca di sopravvivere, disillusa e arrabbiata per una politica opportunista, ottusa che ha portato a morire inutilmente tanti giovani americani in Vietnam. 

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