Intervista a Stefano Simone, regista del film “Omicidio al cimitero”
- Interviste
- 17 Febbraio 2024
- 0
- 1157
TF: Qual è l’idea che sta alla base della realizzazione di Omicido al Cimitero?
SS: L’idea è stata di Giovanni Casalino, uno dei protagonisti del film, il quale per primo ha avanzato l’ipotesi di realizzare un giallo classico: era la sera del 13 giugno quando, insieme a Roberto Lanzone, parlammo piuttosto dettagliatamente del progetto. Abbiamo pensato in primis alla location e, una volta scelto il cimitero, dopo un attento sopralluogo Roberto ha scritto soggetto e sceneggiatura. Man mano che andava avanti con la stesura ci sottoponeva di volta in volta lo script in modo che potessimo confrontarci e suggerire eventuali modifiche. Però l’intreccio è tutta farina del suo sacco ed io personalmente sono intervenuto davvero poco in fase di sceneggiatura.
TF: Sei un fan del giallo alla Agatha Christie?
SS: Si, abbastanza. Ho letto vari romanzi che mi sono piaciuti tanto ed apprezzato la stragrande delle trasposizioni su grande schermo, principalmente Dieci piccoli indiani di Renè Clair, Assassinio sull’Orient Express di Sydney Lumet.
TF: Quali emozioni hai provato girando dentro a un cimitero?
SS: Con tutta la sincerità di questo mondo: nessuna. Neanche quando ho filmato la scena all’imbrunire. Anche perchè, avendo lì la cappella di famiglia, si tratta di un cimitero che conosco sin da bambino e dunque è un luogo che sento davvero familiare. Trovo molto più angosciante una scuola vuota.
TF: Ci sono state difficoltà a girare in un luogo così particolare?
SS: No, tutt’altro. Essendo un luogo pressochè piccolo è stato invece molto stimolante da un punto di vista registico nella gestione dello spazio scenico.
TF: Puoi parlarci del cast attoriale e del cast tecnico?
SS: Gli attori sono tutti di Manfredonia, ad eccezione di Bruno Simone, di Foggia: ragazzi che hanno alle spalle una solida preparazione teatrale e dunque estremamente professionali e bravi. Alcuni di loro avevano già lavorato con me: Matteo Mangiacotti è uno dei coprotagonisti del mio film precedente Il fantasma di Alessandro Appiani, idem il succitato Bruno Simone, mentre Luigia Riccardi ha fatto un breve ruolo in Bandiere e primavere. E poi c’è il grandissimo Filippo Totaro, uno dei miei attori feticcio. Le new entry sono Giada Latronica e Rossella Castigliego. In merito al cast tecnico, come al solito ho lavorato con una troupe piccola ma molto efficiente: Francesco Trotta, studente di Cinema a Roma presso la Scuola Sentieri Selvaggi, è stato per la seconda volta il mio aiuto regista. Robb MC e Giuseppe Bollino si sono occupati della parte audio; il primo è anche il fonico di missaggio. La fotografia invece è del bravissimo collega ligure Marco Di Gerlando e le musiche sono come sempre di Luca Auriemma, il mio musicista storico sin dai tempi del mio mediometraggio Cappuccetto Rosso (2009).
TF: Puoi dirci che tipo di attrezzature hai utilizzato per le riprese del film?
SS: Per le riprese una Lumix GH5, mentre per l’audio un mic NTG2 e dei Lavalier Synco. Per i movimenti di macchina invece ho usato un Gimbal classico.
TF: Dove è possibile vedere Omicidio al Cimitero?
SS: Giovedì 22 febbraio alle ore 21:00 verrà presentato in prima visione cinematografica al Cinema San Michele di Manfredonia; valuteremo nel caso altre uscite in sala. Dopo di che sarà possibile acquistarlo e/o noleggiarlo su TecaTv. Inoltre godrà come gli altri miei film di un’ottima distribuzione televisiva.
TF: Il film è dedicato a William Friedkin, recentemente scomparso: è per caso il tuo regista preferito?
SS: Uno dei miei massimi punti di riferimento, certo. Il mio idolo assoluto resta Steven Spielberg.
TF: Oltre a occuparti delle riprese ti dedichi anche al montaggio dei tuoi film, volevo chiederti quale delle fasi preferisci e quale reputi più importante per la riuscita del progetto.
SS: Regia e montaggio sono indissolubilmente la stessa cosa: non a caso, si dice proprio che la vera regia del film è il montaggio. Chiaramente, mentre sono sul set, cerco di portare a casa il miglior materiale possibile, in modo che in fase di editing si possa ottenere un risultato ancora migliore.
TF: La tua filmografia vanta un buon numero di lungometraggi di diversi generi cinematografici: qual è quello che preferisci?
SS: Domanda difficilissima, non saprei proprio. Ogni film mi ha insegnato qualcosa… Però se proprio devo menzionare due titoli che credo mi abbiano permesso di fare un level up registico sotto diversi aspetti sono L’uomo col cilindro, Bandiere e primavere e Il fantasma di Alessandro Appiani.
TF: Progetti futuri?
SS: Tante tante cose belle di vario genere…