Un gatto nel cervello: recensione

 Un gatto nel cervello: recensione

Nazione
Italia

Anno
 1990

Regia
Lucio Fulci

Sceneggiaura
Lucio Fulci, Giovanni Simonelli con la partecipazione di Antonio Tentori

Produzione
Executive Cine Tv

Cast
Lucio Fulci, David L. Thompson, Jeoffrey Kennedy, Malisa Longo, Ria De Simone, Brett Halsey

GIUDIZIO
2.5/5

Lucio, regista horror, inizia ad avere delle terrificanti visioni sui suoi film e decide di recarsi da uno psicologo. Costui decide, però, di non curare il regista ma di accentuare le visioni dell’uomo: potrà così convincere tutti che Lucio è un pazzo e che è lui il responsabile dell’omicidio della moglie. Ci riuscirà?

Ammetto che questo non è uno dei film migliori del maestro ma è uno di quelli che amo di più. Una contraddizione? No. Questo film ha qualcosa di molto importante che altri film non hanno: delle idee. La prima è di usare se stesso come attore protagonista. Fulci era, infatti, solito comparire spesso nei suoi film facendo dei cammei all’Hitchcock: quindi anche se Fulci non era un attore, non era digiuno di recitazione. E quale idea migliore se non quella di girare un film in cui lui recitava nei panni del protagonista: permetteva di diminuire i costi e allo stesso tempo era un richiamo per tutti i suoi fans (e ce n’erano anche allora) che avrebbero potuto veder recitare il loro idolo per l’intera durata del film. E in quale ruolo migliore avrebbe potuto recitare Fulci se non in quello di un regista horror ossessionato dai suoi film (attenzione ho detto recitare perché Un gatto nel cervello non è un film in parte autobiografico come spesso ho letto: Fulci, non era Lucio, non era ossessionato dai suoi film). Altra idea originale, sempre per contenere il budget, fu quella di utilizzare le scene splatter di altre pellicole (quelle della serie “Lucio Fulci presenta”) e di inserirle nel suo film. Le pellicole nel momento in cui Fulci girava il film erano inedite, ma oggi non lo sono più. Ciò aumenta la componente ludica della pellicola: cercare di capire da quale film è stata tratta la scena splatter e il suo diverso utilizzo nei due film. Ma questo suo punto di forza è anche allo stesso tempo il suo punto di debolezza. Il montaggio del film, infatti, non è dei migliori e troppo spesso si notano i cambi di mano da un regista a un altro causando un effetto estraniante. Contemporaneamente viene fatto un uso massiccio delle scene splatter, la maggior parte per simulare le visioni di Lucio, questo provoca una diminuzione della tensione perché sai già che Lucio non era presente nelle pellicole originali e che quindi a lui non capiterà mai niente. Rimangono quindi delle scene splatter fini a se stesse. Ecco perché ritengo che non sia un bel film ma per chi ama Fulci (e l’horror in genere) è comunque da vedere.
Curiosità ATTENZIONE SPOILER Esistono due versioni del finale del film. Quella con il finale originale, voluto da Fulci, in cui Lucio commette un assassinio, ma poi si scopre che è solo un trucco per il suo nuovo film. L’altra, ottenuta tagliando il finale originale, in cui Lucio uccide veramente la sua vittima.
Le pellicole da cui sono state tratte le numerose scene splatter del film sono 8 e fanno tutti parte della serie “Lucio Fulci presenta” e sono:
Quando Alice ruppe lo specchio di Lucio Fulci
I fantasmi di Sodoma – Sodoma’s ghost di Lucio Fulci
Le porte dell’Inferno di Umberto Lenzi
Non aver paura della zia Marta di Mario Bianchi
Massacre di Andrea Bianchi
Hansel & Gretel di Giovanni Simonelli
Luna di sangue – Fuga dalla morte di Enzo Milioni
Bloody Psycho – Nel nido del serpente di Leandro Lucchetti
In realtà sono riuscito a individuare solo 7 degli 8 film citati. Forse la scena tratta da Le porte dell’Inferno è così breve (come quella di Hansel & Gretel) che non sono riuscito a riconoscerla. Lucio Fulci aveva scritto il soggetto di Un gatto nel cervello 2 di cui purtroppo non ho informazione al momento.

©Daniele Lombardi

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