La stanza delle farfalle: Recensione

 La stanza delle farfalle: Recensione

Nazione
USA

Anno
2012

Regia
Jonathan Zarantonello.
Sceneggiaura
Paolo Guerrieri, Gionata Zarantonello, Luigi Sardiello
Produzione
ACHAB Film, Emergency Exit Pictures, Wiseacre Films, Rai
Cast
Barbara Steele, Ray Wise, Erica Leerhsen, James Karen, Camille Keaton

GIUDIZIO
2.5/5

Fra una strana vecchia signora e una bella bambina, la madre non risulta molto presente, si sviluppa un rapporto ambiguo. Che cosa nasconde la stanza delle farfalle? E cosa è successo a un’altra bambina che aveva già stretto rapporti con la vecchia signora?

Il 2013 si può dire che sia stata una buona annata per i film horror italiani. Ne sono stati fatti alcuni di buoni e alcuni sono arrivati addirittura in sala (anche se ovviamente la distribuzione è stata pessima). Fra i migliori ( e secondo il mio punto di vista il migliore, meglio perfino del tanto osannato Tulpa di Federico Zampaglione) c’è certamente questo film. Anzi vi dirò di più: ho avuto la fortuna di poter vedere questo film nel multisala dalle mie parti, e l’ho rivisto con molto piacere al Ravenna Nighrtmare. Questo perché le frecce al suo arco sono tantissime: prima fra tutti il ritorno in grande spolvero in un ruolo da protagonista di Barbara Steele (interprete di numerose pellicole del nostro gotico italiano) dopo decenni di assenza sul grande schermo. E poi anche la partecipazioni in ruoli più o meno lunghi di star internazionale del nostro genere preferito: Ray Wise (Leland Palmer in I segreti di Twin Peaks e non aggiungo altro),Heather Lenkalep (interprete di Nancy della serie Nightmare),  Adrienne King (Venerdì 13),  Camille Keaton (Cosa avete fatto a Solange? e  Non violentate Jennifer). Oltre quindi a queste grandi star, quasi tutte donne (si perché il film si può definire come un film corale al femminile dove la presenza maschile è quasi assente), ci sono altri interpreti più o meno sconosciuti ma tutta all’altezza nell’interpretare il loro ruolo (brava soprattutto l’altra bambina quella che per prima incontra la vecchia signora che interpreta una parte molto difficile). Anche a livello di regia Zarantonello riesce ad azzeccare le riprese giuste, ma i meriti vanno soprattutto al livello di sceneggiatura che riesce ad essere a tratti originale e riesce ad appassionare lo spettatore alla pellicola senza mai mostrare scene molto cruente. Il regista per il suo film usa una struttura a flash back: man mano che la pellicola scorre lo schermo ci mostra i ricordi della vecchia signora e come si sono sviluppati i rapporti con le due bambine. Merito del regista è anche essere riuscito apparentemente (nel senso che non mi sono annotato se tutti i dettagli mostrati tornano) a far combaciare tutti gli elementi, anche quelli meno significanti, nell’arco della narrazione della pellicola. Ho un solo rammarico: che al Ravenna Nightmare non ci sia stato il regista per congratularmi con lui.

Nota: Zarantonello non è certo al suo primo film. Il suo lungometraggio d’esordio si intitola Medley – brandelli di scuola, uno splatter movie artigianale senza capo né coda distribuito dalla Troma. Il secondo Uncut – only member, che è passato in rassegna al festival di Venezia è un film molto particolare, il regista infatti inquadra in modo fisso una certa parte del corpo di Franco Trentalange (se fate caso al titolo capite anche quale) ma non vi posso dire com’è perché non l’ho mai visto.
©Daniele Lombardi