Giugno 1981. Ilio è un reietto, in paese come al cantiere in cui lavora, viene evitato da tutti, anche se non ha mai fatto niente per meritarsi questo trattamento. Ha imparato a sopravvivere, a incassare i colpi che gli infligge la vita, ma sa che non potrà resistere a lungo. In un’atmosfera opprimente e funerea, progetta di lasciare tutto alle spalle e partire con Lara, la sua giovane fidanzata, tuttavia ignora il mistero che nasconde la famiglia di lei.
Cosa si è disposti a fare per cambiare il proprio destino? Quando tutto sembra che vada alla malora ci si attacca agli affetti più cari e si cerca una via di salvezza. E’ quello che tenta di fare il protagonista di questo racconto lungo partorito dall’abile penna di Giorgio Borroni, un tipo che all’horror da del tu. Grande conoscitore del genere, e già autore di svariati racconti pubblicati in edizioni cartacee e digitali (anche in forma di audiolibro) lo scrittore toscano in questo suo ultimo lavoro miscela atmosfere care al primo Lansdale, grazie a personaggi fuori dalle righe, condendo il tutto con dei rimandi a tematiche horror ben precise che solo nello sconvolgente finale saranno rivelate. La lettura del racconto è impreziosita da illustrazioni create dallo stesso autore che ben sintetizzano i vari momenti della vicenda. Tra questi mi ha colpito parecchio l’ingresso di Ilio in casa della famiglia di Lara, dove ben presto, insieme al protagonista, ci rendiamo conto di essere entrati in una realtà quasi astratta, allucinata, che mi ha rimandato alle derive psico allucinatorie care a David Lynch. Da quel momento in poi, infatti, la storia prende delle strade inaspettate e assolutamente deliranti, in una discesa del protagonista verso l’incubo. La Stagione della Morte è un libro ben scritto, scorrevole, che sazierà la vostra sete di horror italico dato che la vicenda è ambientata nella maremma toscana di inizio anni Ottanta.
© Sergio Di Girolamo