L’isola: Recensione

 L’isola: Recensione

Nazione: Usa

Anno: 1991

Autore: Richard Laymon

Casa editrice: Indipendent Legions

Traduttore: A. Manzetti

GIUDIZIO
3.5/5

Il diciottenne Rupert Conway accompagna la famiglia della sua fidanzata Connie in un viaggio in barca attraverso i Caraibi. Ma la vacanza dura ben poco, il loro yacht esplode misteriosamente, mentre tutti si trovano sulla spiaggia di un’isola deserta, sulla quale restano intrappolati. Ma l’isola non è disabitata come sembra, c’è qualcuno nascosto nella fitta giungla, forse un sadico killer psicopatico che prende di mira i naufraghi e inizia a farli fuori nell’ombra, uno alla volta.

Richard Laymon ci ha lasciati troppo presto: dal 2001 a soli cinquantaquattro anni questo bravissimo scrittore horror non ci ha più potuto deliziare con la sua fervente fantasia, grazia alla quale ha scritto libri di genere horror puri al cento per cento, con dentro storie intense e sincere, quasi sempre prive di sentimentalismi. Storie che, se trasposte al cinema, apparterrebbero di certo a quella succosa categoria di b movie da drive in da gustare con birra e pop corn al seguito. Storie che ti prendono allo stomaco per le tante scene estreme e che fanno anche divertire un casino, provocando allo stesso tempo pruriti al basso ventre grazie a un erotismo piuttosto esplicito. Fortunatamente Laymon ci ha lasciato quattordici romanzi e una buona manciata di racconti. Uno dei suoi titoli cult, più volte ripubblicato da noi e considerato un pò il suo lavoro migliore è La bara del 1992 ma poco più di un anno prima aveva scritto L’isola che recentemente, nel 2016, grazie alla Independent Legions Publishing con traduzione di Alessandro Manzetti, ho avuto il piacere di leggere. Il libro mi ha divertito veramente tanto. La narrazione in prima persona del protagonista sotto forma di diario è assolutamente godibile e coinvolgente. Ed è proprio lui, il giovane Rupert il personaggio geniale che Laymon ha plasmato con estrema bravura. Un ragazzo che, nonostante gli avvenimenti tragici e le situazioni raccapriccianti che è costretto a vivere quando le cose precipitano e inizia la caccia, ha costantemente in testa una sola cosa: il sesso. Quando lui a un certo punto si ritrova da solo con tre delle donne presenti sull’isola non può fare a meno di fantasticare ogni volta che si presenta anche la più banale occasione di vedere le donne in mise sexy e capita praticamente sempre dato che le tre naufraghe sono costantemente in bikini. Rupert sviluppa personali fantasie su tutte alle quali non lesina commenti e considerazioni molto intime. C’è Connie, la sua pseudo fidanzata, carina ma troppo magra, c’è la sorella Kimberly bellissima come una pin up e poi c’è la mamma delle due, una milf dal corpo morbido e accogliente. La psiche del ragazzo ci è messa a nudo anche quando più avanti  dovrà fare delle scelte anche di cattivo gusto, rivelandoci delle debolezze e degli istinti morbosi da vero e proprio voyeur. Queste fissazioni sessuali si sviluppano in un climax di tensione dove presto i morti fioccano come funghi e dove il mistero su chi sia l’assassino si fa sempre più fitto. Laymon lo fa spesso nei suoi racconti, il sesso e la morte si intersecano di continuo (come succedeva anche ne La Bara) e ce lo racconta con maestria, in un fluire di fatti e dialoghi che hanno il pregio di tenere ben legati alle pagine, con l’ansia di sapere cosa accadrà un po’ più avanti. Le scene più raccapriccianti sono descritte con estremo realismo sempre attraverso gli occhi del protagonista che, un pò come capita a tutti gli abitanti dell’isola, ben presto perde l’equilibrio mentale, finendo per farsi guidare solo dagli istinti più ferini e quindi dalla più pura violenza. L’isola è un’altra piccola gemma di letteratura horror che vi consiglio di leggere e che, ci scommetto, finirete in un secondo tanto è coinvolgente.

© Sergio Di Girolamo

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