Lucio Fulci
Il poeta del macabro, Il padrino del gore, questi sono due degli appellativi che il regista romano si è visto affibbiare nel corso della sua carriera cinematografica. Per un’autore amante del genere thriller-horror sono sicuramente riconoscimenti di stima, il problema (se per Fulci poi lo fosse…) è che queste dichiarazioni sono state date in paesi come la Francia e gli Stati Uniti. Apprezzamenti verso un regista però italianissimo ma assolutamente ignorato dalla critica, e in fondo anche dal pubblico, dello stivale.
E’ vero che ogni poeta è straniero in patria! Ma la realtà è che Lucio Fulci è stato un grande regista, per molti anche più bravo del più noto e osannato Dario Argento. Se fosse nato negli USA sarebbe stato di certo un pericoloso rivale del celebrato Roger Corman perchè di affinità col regista americano Fulci ne parecchie, ma ci torneremo.
La carriera di Fulci è da dividere in due parti. La prima è caratterizzata da produzioni che in questa sede non hanno motivo di essere trattate. Fulci ha infatti diretto (sempre con maestria) una serie di commedie e “musicarelli” negli anni sessanta (celebri i suoi film comici con il duo Franco Franchi e Ciccio Ingrassia) e qualche western (tra l’altro molto violenti e spesso censurati come I quattro dell’apocalisse). La seconda parte vede il regista affrontare i generi che lo consacreranno: il thriller e l’horror.
Fulci nasce a Roma nel 1927, dopo svariati lavori, alcuni singolari (è il presentatore degli spettacoli del fachiro Burma, scrive anche due celebri canzoni negli anni sessanta Il tuo bacio è come un rock e con 24000 baci) si laura in medicina e dopo si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Da lì l’inizio della prima parte della sua carriera; che si conclude nel 1969 quando il nostro decide di affacciarsi al genere giallo alla Hitchcook con Una sull’altra film ben diretto e carico di scene fortemente erotiche. Con Una lucertola dalla pelle di donna del 1971 e Non si sevizia un paperino del 1972 il regista mette in luce ancor di più il suo stile, realizzando scene che dimostrano una certa poetica nel visualizzare gli incubi dei protagonisti e la crudeltà espressa attraverso scene disturbanti (come il linciaggio delle Maciara in Non si sevizia un paperino ). Il film perfetto è di alcuni anni dopo, nel 1977 gira infatti Sette note in nero un thriller parapsicologico bellissimo che mantiene la suspence per tutta la durata della pellicola fino al grande finale. Dopo aver confermato di poter realizzare film ad alta tensione alla pari, se non meglio, del più acclamato Dario Argento, Lucio Fulci passa all’horror è lo fa alla grande con uno dei film che da molti viene considerato il migliore della sua produzione (se non altro è quello che incassa di più ma all’estero ben inteso…). Si tratta di Zombi 2, titolo che è chiaramente scelto come “richiamo” per gli spettatori visto il successo planetario del film di G.A.Romero, Zombi. In realtà la pellicola non ha nessun rapporto con quella del regista americano anche perchè i morti viventi sono ben diversi e sicuramente più “succosi”: in pratica dei cadaveri decomposti grondando pus e vermi che emergono dalla terra grazie a un rito Vodoo (e questa è un altra differenza). La grandezza della pellicola deve molto alle geniali trovate visive di Fulci che filma tutta una serie di scene violentissime (celebre quella dell’occhio…) realizzate grazie ai trucchi di Giannetto De Rossi, uno dei più grandi effettisti del cinema italiano e assiduo collaboratore di Fulci. Il film è strapieno di teste e parti anatomiche degli zombi che “scoppiano” sotto le fucilate dei protagonisti costretti a scappare dall’isola maledetta in cui è ambientata la vicenda. Altre trovate originali sono le soggettive dei morti che “riemergono” dalla tomba e la singolare scena di una lotta tra uno zombi e uno squalo. L’immagine finale del film con gli zombi verso New York è, poi, da antologia. Zombi 2 è il primo film che Fulci realizza col produttore Fabrizio De Angelis, uomo di cinema che non ostacolerà il regista nell’esprimere la sua poesia macabra, infatti insieme realizzeranno gli altri film horror più celebri della filmografia fulciana. Di questi il primo è Paura nella citta dei morti viventi nel quale la violenza visiva e gli effetti gore e splatter sono portati all’estremo (vedere la scena della vomitata degli intestini da parte dell’attrice Janet Agren). Privo di una trama ben precisa, scritta dalla mente malata di uno degli sceneggiatori più “usati” dai cineasti italiani, ovvero Dardano Sacchetti (con cui Fulci collaborerà varie volte), il film è caratterizzato da una serie di trovate sceniche ad effetto nel quale le citazioni dei classici dell’horror si sprecano ( per esempio la cittadina dove si svolge al vicenda si chiama Dunwich chiaro riferimento a Lovecraft). Il film è l’ennesimo successo all’estero e colpisce soprattutto la critica seria. Nel 1981 Lucio Fulci si stacca dal suo produttore di fiducia per girare un bellissimo film omaggio al racconto di E.A.Poe, Il Gatto Nero. Il film è mirabile per realizzazione tecnica, stupende sono infatti le soggettive del gatto e la realizzazione degli omicidi e d’effetto i primi piani sugli occhi dei protagonisti tra i quali spiccano quelli dell’attore Patrick Magee, attore di kubrickiana memoria.
Black Cat è un film veramente bello dalle atmosfere inquietanti ma forse non riuscì a volare alto perchè nello stesso anno Fulci realizza la sua opera migliore: L’aldilà…e tu vivrai nel terrore. Anche in questo caso la sceneggiatura, scritta sempre da Sacchetti, e che narra le vicende di un gruppo di persone legate a un albergo edificato su una delle sette porte dell’inferno, è un pretesto per sbizzarrirsi in una sarabanda di scene dall’altissimo tasso gore. Fulci da il meglio di se nel rappresentare l’orrore e nel bellissimo finale sembra chiara l’intenzione del cineasta nel voler sottolineare come la realtà e la finzione (o l’Aldilà) possano fondersi irrimediabilmente, celebre in tal senso è la scena nella quale i due protagonisti del film che entrano in un quadro.
Dopo questo capolavoro Fulci gira un altro film destinato a essere considerato un classico: Quella villa accanto al cimitero. Il film in questione ha il pregio di aver creato un figura di cattivo assolutamente riconoscibile nel make up truculento. E’ il dottor Freudstein che abita nella cantina della sua casa e che è sopravvissuto nei secoli grazie all’innesto nel suo corpo di parti anatomiche ricavate dalle sue vittime. Anche qui il macabro e le scene disturbanti la fanno da padrone; in più ci sono delle musiche ipnotiche che immergono lo spettatore nella mente malata del sadico dottore (che tra l’altro non parla mai).
L’ultimo film degno di nota prima che la stella di Fulci finisca di brillare è Lo squartatore di New York del 1982, film violento che vede un serial killer comunicare attraverso una voce alla paperino e che contiene un finale che spiazza emotivamente lo spettatore.
Dopo questo film, complice forse il divorzio con De Angelis ma sicuramente la malattia che si porterà via il regista, Lucio Fulci non riuscirà a realizzare più film alla sua portata, finendo anche per produrre cose inguardabili (Quando alice ruppe lo specchio, Sodoma’s Ghost, Voci dal profondo etc..) Un tentativo di rilancio sarebbe stato il remake della Maschera di Cera prodotto dall’amico/rivale Dario Argento ma prima dell’inizio delle riprese, la morte si era già presentata a chiedere dazio. Il 13 marzo 1996 ci lascia un regista impareggiabile, capace di girare dei capolavori in poco tempo e con pochi soldi (ecco che ritorna Roger Corman) uno che se avesse avuto le possibilità produttive di altri grandi registi italiani (Dario Argento per esempio) chissà cosa ci avrebbe regalato. Tuttavia il nome di Lucio Fulci veleggia alto nel panorama cinematografico e, se negli USA i ragazzi portano le maglietta che recita Fulci Lives e i suoi film sono continuamente ritrasmessi, un motivo ci sarà.
©Sergio Di Girolamo
Filmografia Horror
Una sull’altra (1969)
Lucertola con la pelle di donna, Una (1971)
Non si sevizia un paperino (1972)
Sette note in nero (1977)
Zombi 2 (Zombie Flesh-Eaters) (1979)
Paura nella città dei morti viventi (1980)
Black Cat (1980)
E tu vivrai nel terrore – L’aldilà (1981)
Quella villa accanto al cimitero (1981)
Lo Squartatore di New York (1982)
Manhattan Baby (1982)
I Guerrieri dell anno 2072 (1983)
Conquista, La (Conquest) (1983)
Murderock uccide a passo di danza (1984)
Aenigma (1987)
Zombi 3 (1988) (Fulci & Mattei)
Quando Alice ruppe lo specchio (1988)
Fantasmi di Sodoma, I (1988)
Demonia (1989)
La Dolce casa degli orrori (1989)
La Casa nel Tempo (1989)
Voci dal profondo (1990)
Un Gatto nel Cervello (1990)
Le Porte del Silenzio (1992)